

L'EDICOLA SACRA
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Nella facciata principale, al secondo piano, accanto alla finestra con le sedute, si può scorgere una sorta di depressione nel muro, simile a una finestra tamponata. Questa è l’ennesima sorpresa che riserva la Malavilla, a riprova della sua antichità e del suo perfetto stato di conservazione.
Il fondo di questa edicola era, in origine, intonacato e dipinto con un’immagine sacra, forse di origine pagana, forse cristiana. Questo tipo di decorazione è più diffuso nelle Alpi, dove edifici in sasso e legno si alternano a edifici religiosi con facciate interamente dipinte. Ambienti dove, tradizionalmente, il paesaggio è punteggiato da croci o edicole con crocifissi realizzati in elementi lignei dipinti.
Nel nostro territorio esistono altre forme di legame con la sfera religiosa, chiamate maestà e poste nei crocevia, a indicare direzioni particolarmente importanti per il viandante, come chiese, ospizi e ponti. Le si trovano murate negli angoli delle case o in prossimità dei guadi.
Le maestà, generalmente, erano formelle realizzate in marmo da parte degli scalpellini ambulanti provenienti dalla Toscana. Essi viaggiavano assieme ad un asino che trasportava piccole lastre di marmo grezzo da lavorare su richiesta, in cambio di vitto, alloggio e qualche soldo per vivere. Sicuramente, nei luoghi di maggiore lavorazione della pietra, c’era però chi era in grado di realizzare maestà e bassorilievi in loco.