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LA LATRINA

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Durante i restauri, al secondo piano, in prossimità dell'angolo nord-est, nella muratura nord-ovest, è stata individuata una discontinuità simile a una finestra tamponata. Svuotandola dal riempimento, ci si è accorti che non si trattava di una finestra tamponata, ma di una nicchia con uno scarico in facciata a sezione quadrata, anch'esso costruito, come tutti i dettagli architettonici della Malavilla, durante la fase di realizzazione della casa-forte.
Il fondo della nicchia, visibile anche all'esterno, è stato realizzato in blocchetti di travertino, pietra sedimentaria presente nei canaloni del Monte Sporno in presenza di sorgenti pietrificanti (affioramenti rocciosi formati dal calcare trasportato dall’acqua). Questa pietra veniva impiegata localmente come sostitutivo dell’arenaria, per realizzare elementi che richiedevano leggerezza e facile lavorabilità (possono essere modellati con una sega da legno).
Con meno dispendio di tempo e fatica era possibile così realizzare forme molto regolari, come conci per le arcate dei loggiati o spalle di finestre. Nella Malavilla sono presenti altri elementi costruiti con questo materiale, come il voltino della finestra al primo piano rivolta a nord-est o la fascia centrale longitudinale della volta.
In altri edifici, come per esempio la Rocca di Valle di Castrignano, è stato possibile ritrovare muri divisori composti da montanti lignei agganciati ai travi portanti e tamponamento in blocchetti di travertino: una tecnologia molto diffusa fin dal Medioevo in Francia, nelle cosiddette case a graticcio o maison à colombages, nelle quali la struttura lignea viene lasciata a vista in facciata.
La seduta della latrina è completata da un'assetta in legno, di cui sono presenti ancora alcune parti, rimaste dopo l'incendio che, si dice, la casa abbia subito nel corso del ’900.

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