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piano secondo: la piccionaia

II piano secondo era utilizzato per diverse funzioni: essendo il luogo più asciutto della casa, era adibito a spazio per la notte, ma anche a ricovero per le granaglie. Il carattere di spazio abitativo è confermato dalla presenza della latrina posta a nord-ovest, con scarico in facciata, elemento molto raro per la zona. Il piano secondo era utilizzato anche per altre due funzioni molto importanti: innanzitutto l’allevamento dei piccioni, essenziale per l’autosufficienza dell’edificio, che poteva così contare su carne, uova e guano (utilizzato come fertilizzante). In secondo luogo la funzione difensiva di monitoraggio del territorio, sia per la sicurezza della Malavilla, sia, con ogni probabilità, per il controllo del territorio in favore del feudatario del luogo, con il quale il proprietario era sicuramente in rapporto di dipendenza economica. La Malavilla, infatti, non è un edificio nato per volontà di un contadino: è un edificio ricco, costruito con tecniche e materiali scelti, che sicuramente necessitavano di una committenza con possibilità economiche di alto livello. Essa venne, anche per questo motivo, costruita in un punto strategico della vallata: in diretta comunicazione visiva con il castello di Castrignano (a quel tempo visibile in direzione nord-est) e con i due passaggi alla Val Baganza e alla Val Parma, costituiva sicuramente una sorta di presidio per il controllo del territorio. A questo scopo, è probabile la presenza di un ballatoio esterno che correva lungo la casa, accessibile dalle finestre del primo e del secondo piano. Esso consentiva il recupero delle uova di piccione e la possibilità di avvicinarsi all’edicola sacra posta in facciata, ulteriore elemento di grande pregio storico testimoniale. Un ultimo particolare arricchisce il secondo livello e tutta la Malavilla: un’olla propiziatoria, trovata durante i restauri e nascosta in uno degli angoli della stanza. Venne murata durante la costruzione dell’edificio come elemento benaugurante per la fortuna della casa.

Finanziato dall’Unione europea - NextGenerationEU e gestito dal Ministero della Cultura.
Soggetto attuatore Regione Emilia-Romagna.

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